Il famoso cantante è conosciutissimo da tante generazioni e ha parlato di una cosa che lo riguarda direttamente. Cosa c’entra la Rai e perché la tv di Stato è al centro della questione.
Grande successo durante la sua lunga carriera, ora un aneddoto che il cantautore non aveva mai raccontato. È bastato poco per fargli venire in mente quei momenti, indimenticabili, vissuti con grande empatia.
E c’è proprio la rivista inglese Mojo che ha celebrato lo scorso mese di luglio il disco di debutto, datato 1972, di Alan Sorrenti. Ne ha parlato come di “tesoro nascosto” e di grande “esempio sublime” del miglior rock progressive di tutti i tempi.
La confessione
Alan Sorrenti è l’autore di grandi successi come “Aria“ e “Figli delle Stelle“, pezzi conosciuti e apprezzati da tutte le generazioni. Il cantante ha tenuto un lungo tour, durante la scorsa estate, con tanto di complimenti direttamente dall’Inghilterra. La sua musica è definita Oltremanica come qualcosa di veramente “sublime“.
“Passavo molto tempo a Londra e tornando scrivevo musica chitarra e voce, e la registravo su cassette. Qualcuno ebbe l’idea di girarle a un funzionario Rai che si chiamava Paolo Giaccio e trasmetteva brani di emergenti alla Radio: la mia musica ebbe tantissime reazioni positive. E così nacque Aria“, ha ribadito il cantante durante l’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica.
“Tornai a Londra per registrare Come un vecchio incensiere, forse ancora più complesso di Aria, la facciata A è proprio musica contemporanea, me la ispirò il film La montagna sacra di Alejandro Jodorowsky, lì mi sono spinto oltre”, confessa Alan Sorrenti.
Le origini
Madre originaria del Galles, padre italiano (di Napoli) si recava spesso in Gran Bretagna. Molto tempo trascorso a Londra per Alan Sorrenti e tanta ammirazione. “In quegli anni si leggeva Le porte della percezione di Aldous Huxley, era il tempo dell’Lsd. Come amo chiamarli, erano “gli stati alterati di musica”, confessa.
C’è spazio anche per una visione ad ampio raggio che il cantante ha voluto esprimere, specialmente per il concetto di musica. “Io vedevo altro, percepivo il cosmo, un mondo più ampio. Da qui sono nate tante cose, scelte di vita, gusto nella musica, nella lettura, nella scrittura. In Aria sono fluite le esperienze vissute e le rivelazioni cui quelle esperienze mi avevano portato“, si legge su Repubblica.