Mamma ho perso l’aereo: un cult internazionale amatissimo, la cui trama è intessuta su un imperdonabile errore.
La trama di Mamma ho perso l’aereo è oggettivamente geniale. Incontriamo, di fatto, diverse scene esilaranti, alternate a dialoghi molto più intensi ed emotivamente profondi. Le feste natalizie vissute da un bambino abbandonato nelle mura domestiche da solo, che si confronta – manifestando una toccante saggezza infantile – con il personaggio del vecchio Marley, vittima delle maldicenze e dei pregiudizi. Un confronto generazionale che si ripresenta nel sequel con l’iconica signora dei piccioni, attraverso la quale si tratta nuovamente il tema della solitudine.
L’inevitabile pesantezza, associata a suddette condizioni esistenziali, viene “alleggerita” dal filtro impostato dallo sguardo di Kevin. Il telespettatore vive ogni vicissitudine ed incontro attraverso il punto di vista di un bambino, rispondendo agli input della trama con rinnovato stupore, curiosità e dolcezza. Eppure, nonostante questo, diversi telespettatori si sono interrogati sull’incidente scatenante: com’è possibile che un genitore dimentichi il figlio minorenne a casa? Le sceneggiatura tenta di giustificare l’errore inserendo una serie di ostacoli. Dal ritardo della sveglia, alla mancata reazione di Kevin all’euforia famigliare pre-partenza, fino ad arrivare al passaggio confuso dei bagagli in aeroporto.
Esiste una teoria associata all’imperdonabile errore dei genitori di Kevin, un pensiero che non ha ricevuto conferma dagli sceneggiatori e ideatori del film. L’ipotesi si basa sull’evidente rapporto pseudo conflittuale tra il protagonista e suo padre. Quest’ultimo, in più di un’occasione, ha lasciato intendere che il carattere vivace del figlio non gli andasse particolarmente a genio, tanto da manifestare una certa razionalità e freddezza anche in seguito alla terribile scoperta appresa in aeroporto. E mentre la madre del piccolo si è lasciata andare all’iconico urlo, il marito ha dimostrato un atteggiamento più rassicurante e conciliante.
Inoltre, durante una delle scene iniziali, il telespettatore assiste al primo input che preannuncia il peggio. La bibita adagiata sul tavolo cade e bagna la tovaglia.
Il padre di Kevin, per limitare i danni, utilizza dei fazzoletti – e il biglietto aereo di Kevin – per asciugare la superficie, per poi gettare tutto nel cestino. Tale gesto ha prodotto un’ipotesi nei fan sfegatati del lungometraggio: è possibile che la “dimenticanza” fosse in realtà frutto di un piano architettato dal padre del piccolo per lasciarlo a casa, in modo da godersi così la vacanza? Questa teoria non ha mai ricevuto nessuna conferma dai diretti interessati.
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