La banca può anticipare il TFR, è una soluzione che potrebbe salvare l’economia di molte famiglie e anche di persone in difficoltà.
La possibilità di anticipare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) tramite le banche è una soluzione poco nota ma significativa per molte famiglie italiane. Questo servizio, è frutto della collaborazione tra l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e il governo.
Questa mossa, mira a rendere più facili le procedure burocratiche. Che sono spesso associate all’erogazione del TFR, in particolare per i dipendenti pubblici.
La banca può anticipare il TFR, come funziona
Le banche, attraverso questo servizio, offrono agli impiegati statali la possibilità di ottenere un anticipo sul loro TFR, ma è importante considerare i costi associati. L’iter della burocrazia legata al rilascio del TFR può essere lungo, soprattutto in caso di pensione anticipata o di vecchiaia, con tempi che possono estendersi fino a 24 mesi, e in alcuni casi, come per la Quota 100 o la Quota 102, fino a 60 mesi.
In risposta a questa situazione, l’ABI e il governo hanno collaborato per creare un sistema attraverso il quale i dipendenti statali possono ricevere un anticipo del loro TFR. Devono sottostare però a certe condizioni finanziarie. Le banche, che agiscono in sostituzione della Pubblica Amministrazione, hanno sviluppato due modelli principali per l’anticipo del TFR. Il primo modello prevede prestiti fino a 45.000 euro con tassi di interesse agevolati, mentre il secondo modello, per importi superiori ai 45.000 euro, prevede tassi di interesse più elevati e allineati al mercato.
Nonostante il servizio sia una risorsa utile per i dipendenti in attesa del loro TFR, è essenziale comprendere i dettagli finanziari associati. Ad esempio, nel primo modello, oltre ai tassi agevolati, si applica un ulteriore interesse dello 0,40%. D’altro canto, il secondo modello, meno diffuso ma adottato da banche come Banco BPM, prevede tassi di interesse più onerosi.
Questo mercato, stimato in circa 680 milioni di euro, rappresenta un’opportunità significativa per le banche. Di fatto, l’anticipo del TFR funziona come una cessione del credito. Con il garante ultimo che è lo Stato italiano. Quando un contribuente firma un contratto con la banca, e quest’ultima versa l’importo pattuito entro quindici giorni, in attesa di ricevere lo stesso importo dall’ente che erogherà il TFR.
Dal marzo del 2021, quando è stato introdotto questo tipo di anticipo, il taglio medio degli anticipi è stato di circa 40.000 euro. Unicredit, che detiene circa il 60% del mercato, ha fornito dati indicativi sul profilo della persona richiedente. Ha notato che risiede prevalentemente nelle regioni del Centro e del Sud Italia. Inoltre, il rimborso è coperto fino all’80% dal Fondo di garanzia, permettendo così alle banche di accantonare meno capitale e mantenere la loro stabilità anche in tempi di crisi.
Mentre l’anticipo del TFR tramite le banche offre un’alternativa per coloro che necessitano di liquidità in tempi brevi, è importante per i contribuenti valutare attentamente i costi e le condizioni prima di procedere. Questa soluzione, benché utile, comporta delle implicazioni finanziarie che devono essere considerate con attenzione.