Lo stress domina le nostre vita ma, per quanto sia evidente, ci sono popolazioni che hanno tassi spaventosi come mostrano le classifiche.
Gli italiani non sono certo una popolazione che vive di pace e tranquillità, per chiunque abbia una vita frenetica o viva in una grande città sarebbe impossibile. Tuttavia nessuno immagina che sono i “peggiori” d’Europa in questa classifica ma anche a quale posizione si classificano proprio gli italiani.
Quindi che oggi sia qualcosa di abbastanza comune è cosa nota, ma chi detiene questo triste primato invece no. Le stime ufficiali parlano chiaro e sicuramente è la qualità della vita, in questi termini, a cambiare di molto le posizioni e offrire un quadro molto preoccupante per alcuni e tanto favorevole per altri.
La classifica dello stress delle varie popolazioni europee è stata fatta andando ad analizzare i dati provenienti dal Global Burden of Diseases. Lo studio è stato svolto dalla rivista medica Lancet che ha analizzato lo stato di salute di varie popolazioni, considerando quindi non solo lo stress dal punto di vista pratico ma anche mentale. Nel quadro complessivo, come emerge dai dati, ha avuto un ruolo veramente impegnativo la questione lavoro. I paesi europei meno stressati sono quelli dove c’è una cultura del lavoro migliore, in termini orari ma anche di paga, possibilità, flessibilità.
Gli esperti olandesi che hanno redatto questa classifica hanno focalizzato nella top ten: al primo posto assoluto ci sono i greci, a seguiti dai turchi, dai portoghesi, dai maltesi, ciprioti, irlandesi, spagnoli. All’ottavo posto si collocano gli italiani, seguiti poi da francesi e svizzeri. È chiaro quindi che le popolazioni più stressate sono proprio quelle dove la qualità della vita non è paragonabile al Nord dell’Europa dove ci sono condizioni migliori, più lavoro, più tempo libero. Tutto questo benessere si apprezza non solo nel lavoro ma nella vita di tutti i giorni, dalla burocrazia semplificata all’efficienza dei mezzi e permette di vivere in modo più sereno.
Non è un caso che infatti questa classifica sia dominata da popolazioni “prevedibili” in questo senso che hanno condizioni economiche più complesse, meno lavoro, meno possibilità di carriera, difficoltà per la gestione dei figli. Situazioni che alla lunga non fanno che incidere sulla salute e che peggiorano quindi le proprie condizioni. Risulta comunque uno spunto utile per capire anche quali sono i fattori di interesse quando si parla di buona qualità della vita e su cosa bisogna lavorare.
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